Il linguaggio musicale in Europa dal Settecento al Novecento
Conferenza con Marco Vincenzi
31 ottobre, ore 10:00
evento dislocato Festival della Scienza
Palazzo Imperiale, Saloni delle Feste, Piazza Campetto 8A
La musica colta è un linguaggio non verbale, ma dotato di una grammatica che si può imparare a riconoscere: chi coglie i nessi essenziali della struttura sonora apprende a orientarsi attraverso autori e opere, rendendo la propria esperienza di ascolto più attiva. Un pianista e docente al Conservatorio di Genova ci accompagnerà in un percorso nella musica classica europea, a partire dalla polifonia che caratterizza la prima metà del Settecento, di cui Bach è l’autore di riferimento. Nella seconda metà del secolo si afferma lo stile galante, dove la melodia ha il predominio sull’accompagnamento. Intorno al 1775 si parla di affermazione dello stile classico: ne è emblematica la forma-sonata di Haydn, Mozart e Beethoven. L’Ottocento porta con sé la rivoluzione romantica: Mendelssohn, Schumann e Brahms portano avanti il sinfonismo beethoveniano, mentre Berlioz e Liszt partono alla ricerca di nuovi lidi. Alla fine del secolo, il teatro musicale di Wagner mina alle radici il linguaggio fino ad allora consolidato. Il primo Novecento risente del terremoto wagneriano, al quale ogni cultura reagisce in modo autonomo: impressionismo (Debussy), espressionismo (Schönberg), utilizzo del melos popolare (Bartók)… Negli anni ’30 si registra una sorta di virata neoclassica, ossia l’utilizzo di materiale prevalentemente settecentesco rivisitato per essere trasformato profondamente (Stravinskij), mentre dopo gli anni ’50 si parla di avanguardie e di Nuova Musica.
raccomandata la prenotazione